Hilma, Pestifera #10

Sai chi ha dipinto il primo quadro astratto?
So che non sei un esperto di arte ma persino tu sapresti dirmelo, non è vero?

Beh, questa è una delle tante sorprese che avrai all’apertura del mio testamento.

Caro Erik,
se stai leggendo questa lettera ora saprai che sei il mio unico erede testamentario e toccherà a te occuparti delle mie opere.
Non voglio spaventarti, ma ti ritroverai tra le mani 1200 dipinti e 124 taccuini, che vuol dire più o meno venticinquemila pagine, se ho fatto bene i conti. Venticinquemila pagine di sorprese.

Allora, sei pronto?

Prima sorpresa.
La prima opera astratta della storia dell’arte non è l’acquerello di Vasilij Kandinskij del 1910. Mi dispiace dargli questo dispiacere, so che ci tiene, e lo capisco è arrivato fino a quasi ottant’anni convinto di avere questo primato.
Ad ogni modo caro Erik, caro Vasilij, annuncio ufficialmente che la prima opera astratta è datata 1906 ed è un mio quadro di grandi dimensioni.
In realtà caro Vasilij ben prima del tuo primo acquerello astratto, dal 1906 al 1908, ho dipinto non una ma un centinaio di opere che potremmo definire astratte.
Non che mi prema disarcionarti dal piedistallo su cui il mondo t’ha posto, ma mi diverte dimostrare come il caos e i dubbi siano più interessanti delle certezze, e che sciocchezza effimera siano la fama e il successo.
Non mi interessa vedere il mio nome al posto del tuo, perché io sono stata semplicemente una veggente che ha messo in comunicazione due mondi inconciliabili, una medium: ho prestato la mia mano, i miei occhi e il mio corpo per esprimere coi mezzi della pittura la verità di una dimensione invisibile e metafisica.

Seconda sorpresa.
Tutte le prime opere astratte le ho dipinte con un collettivo di donne, De Fem, Le cinque.
Eravamo unite in un unico obiettivo, disinteressate a esprimerci in quanto soggetto, a distinguerci e primeggiare come artiste, preconizzavamo l’oltrepassamento del concetto di individuo, in linea con le idee della teosofia a cui tutte aderivamo.
Organizzavamo delle sedute spiritiche, prendevamo contatto con gli Höga Mästare, i grandi Maestri, e realizzavamo dipinti sotto dettatura. In pratica facevamo i primi esperimenti di scrittura automatica e pittura automatica.
Nel 1892. Trent’anni prima degli esperimenti di pittura automatica dei surrealisti.

Terza sorpresa.
No, non è stato Pollock il primo a dipingere su grandi tele appoggiate per terra.
Tutta la serie dei Dipinti per il Tempio è stata dipinta a terra su tele enormi con pennellate rapide e sicure, senza nessun ripensamento.
Stiamo scomodando pure il povero Pollock, seduto placidamente sul suo trono.
Chi si salverà?
Come verrà riscritta la storia?

Mi fermo qui, caro Erik, ma se avrai voglia di sfogliare i miei taccuini troverai tante altre sorprese e la chiave per comprendere le mie immagini piene di simboli.
Sai, i simboli sono porte verso un’altra dimensione, per fare luce sulle grandi questioni della nostra esistenza, e questo è il senso della mia arte.

Eccomi, consegno tutta la mia vita nelle tue mani, adorato nipote, la tua vecchia zia con gli occhi così azzurri da accecarti, come dicevi tu, che si è sempre vestita di nero e che è stata tutta la vita una zitella. Pensavi davvero che fossi una povera zitella? Non dirò nulla in questa lettera, non voglio toglierti la sorpresa…

Nella mia lunga vita ho avuto la grande fortuna e il coraggio di affrancarmi dalle cose visibili, di liberarmi dalla forza gravitazionale del Pianeta terra per librarmi altissima e sprofondare al centro esatto di ogni cosa, sono diventata un atomo nell’universo, ho avuto infinite possibilità e le ho esplorate tutte.
Sono stata in contatto con forze più grandi di me e le ho potute comprendere solo mettendo in gioco tutta me stessa, anche il mio corpo oltre al mio intelletto.
Tutto è cominciato quando mi sono chiesta: voglio ritrarre il mondo per quello che è o per quello che vedo?

Caro Erik, so che ci ritroveremo mille volte, non sarà difficile, basterà imparare a vedere l’invisibile. Ci rivedremo nella quiete del tuo mare, nelle giornate limpide quando la luce lo accende di un azzurro accecante.

Dimenticavo.
Nessuna delle mie opere potrà mai essere venduta.
E nessuna delle mie opere potrà essere vista per i prossimi vent’anni.
Il mondo non è pronto e poi mi spiacerebbe fare questo sgarbo a Vassilij, finché è ancora vivo lasciamolo sul suo piedistallo.

Hilma af Klint

Nata nel 1862, fu una delle prime donne a diplomarsi alla Royal Academy of Fine Arts di Stoccolma e a esporre alla Swedish General Art Association.
Fu una pioniera dell’arte astratta.

Alla sua morte lascia 1200 quadri e migliaia di pagine di appunti e disegni al nipote Erik af Klint, vice ammiraglio della marina svedese.
Nel 1970 i dipinti di Hilma af Klint, che erano stati rinchiusi in casse di legno al momento dello smantellamento dello studio, vengono offerti in dono dalla famiglia al Moderna Museet di Stoccolma, che declina cortesemente.
Aveva ragione Hilma: il mondo non era ancora pronto.

Nel 1972 il nipote Erik af Klint costituisce la Fondazione Hilma af Klint.

Hilma muore il 21 ottobre 1944 in seguito a un incidente stradale, quello stesso anno il 13 dicembre 1944 muore anche Kandinsky.

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Questo articolo è stato scritto da Federico

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