R. S., Pestiferi #11
Cara R.,
sono passate solo poche settimane da quando te ne sei andata, ma erano anni che non ci parlavamo veramente. Come succede spesso alle coppie che vivono assieme, a un certo punto non ci si mette nemmeno più a discutere, perché si sa già come andrà a finire, quali saranno le recriminazioni, con quali parole ci si ferirà.
Siamo molto diversi e non perdevamo occasione per ricordarcelo.
Hai portato via le tue cose.
Da sempre aggiorni un excel con l’elenco preciso di tutto, in ordine alfabetico.
Libri soprattutto. Quelli di tassonomia, La vertigine della lista di Umberto Eco, tutto Kant, la collezione completa di Mister No, un Atlante ragionato, la filmografia in videocassetta di Tarkovskij, i tuoi ombrelli ancora incellofanati che tanto a me non servono. E naturalmente la tua preziosa collezione di bussole.
All’inizio avevo bisogno come l’aria dei tuoi giudizi ponderati, del tuo controllo che mi faceva sentire al sicuro, della tua memoria prodigiosa che ricordava le date esatte di ogni cosa, le città e le vie. Tutto era in ordine. Ero al sicuro, al riparo da qualsiasi sofferenza.
Poi però, col tempo, sei diventata prepotente, mi hai fatto vendere la Cinquecento perché era vecchia e non aveva l’airbag, non abbiamo preso un gatto perché sei allergica, siamo andati in palestra per non avere la pancia, ci siamo vestiti di nero per essere più intellettuali, avevamo un’opinione su tutto, compravamo i libri giusti, postavamo solo cose che non ci facessero risultare ridicoli.
Senza che me ne rendessi conto a un certo punto il nostro mondo sicuro è diventato una stanza troppo stretta e mi mancava l’aria.
Dopo tutta una vita passata assieme i primi giorni sono stati duri, avevo molta paura, avrei voluto una pelle più spessa perché senza di te sentivo tutto, ma poi, devo dirtelo, alla lunga è stato un sollievo.
Ho disdetto l’abbonamento alla palestra, ho comprato una vecchia bici da città, una Legnano del 1968 con le manopole in osso come il volante della Cinquecento.
Non mangio più la carne.
Ho comprato anch’io un atlante ma quello delle isole remote che sono isole impossibili da raggiungere.
Sono diventato esperto di piante spontanee.
Compro solo vestiti usati e faccio abbinamenti cromatici stravaganti unicamente in sintonia con l’umore del giorno.
Canto anche quando sono triste per diventare più sensibile.
Non guardo la televisione per non abituarmi alla velocità e al cinismo.
Non trovo mai niente e ho cassetti pieni di calze spaiate.
Il mese scorso ho comprato cinque chili di carne macinata scelta e sono andato in giro a lanciare cibo ai gatti randagi all’urlo di: Potere ai gatti! (sì, lo so, lo facevano Elsa Morante e Patrizia Cavalli ma a qualcuno mi dovrò pure ispirare).
Eppure.
Eppure mi mancano le nostre digressioni sulla teoria dell’orlo del caos.
Mi manca non essere d’accordo, mi mancano i tuoi ombrelli quando piove forte. Mi manca avere una bussola, perché a volte le stelle non bastano per orientarsi.
Spesso la notte sono tentato di venire a bussare alla porta della tua nuova casa. Infilarmi nel letto, scaldarti i piedi e bisbigliarci storie nel dormiveglia, in quel momento perfetto in cui le parole diventano suoni sempre più confusi e i nostri corpi fanno un salto prima di abbandonarsi. Quella confusa regione in cui giorno e notte si possono finalmente incontrare.
In cui Mister No esce a bere qualcosa con Patrizia Cavalli e Tarkovskij smette di fare film e va al mare.
P.s. tu comunque la porta di casa non la chiudere a chiave.
Tuo per sempre,
S.
*Cosa succederebbe se un giorno il signor Sentimento stanco della prepotenza della Signora Ragione le dicesse di prendere su le sue cose e di andarsene di casa?
La libertà è immaginabile senza regole?
E qual è quella zona franca in cui, senza sopraffarsi, il Signor Sentimento e la Signora Ragione possono tornare ad amarsi?
Con questa lettera, Linda Ronzoni, direttrice della Fondazione Lazzaretto, ci fa fare capolino nelle domande aperte che compongono la VI edizione del Festival della Peste! Dal 9 al 12 novembre, 4 giorni per esplorare insieme disequilibri e confini tra Ragione e Sentimento.
Vi aspettiamo!
Categoria: L'editoriale
Questo articolo è stato scritto da Federico