Sorelle d’Italia

Anna ha una bella faccia, aperta, di quelle che quando sorride illumina le stanze, le hanno chiesto di fare proprio quel sorriso lì, quello che illumina le stanze. Le hanno chiesto se le riesce di illuminare un po’ anche l’avvenire, se lo può guardare dritto in faccia, con la sua bella faccia, il futuro radioso.
Anna non è abituata a posare, è un po’ intimidita, sorride da dentro lo squarcio della prima pagina di un quotidiano, e prova a guardare avanti con fiducia, come le chiede il fotografo con la sua Leica, anche se il sole la costringe a socchiudere gli occhi. Sono sul terrazzo del quotidiano Avanti, è il 15 giugno 1946, Anna Iberti lavora nella redazione, ha ventiquattro anni, ha fatto le scuole magistrali e ha insegnato per qualche anno. Ha un sacco di sogni, ancora tutti intatti. Non è difficile sorridere così.

La foto della ragazza col sorriso luminoso che sbuca dalla prima pagina del Corriere diventa il simbolo della storica vittoria della Repubblica nel referendum del 1946 ma anche del suffragio universale, della battaglia per il voto alle donne. L’affluenza femminile supera l’89 per cento, le donne elette alla Costituente saranno 21 su 226 candidate, pari al 3,7 per cento. Un gruppetto sparuto che sarà ricordato come madri costituenti che, pur appartenendo a schieramenti politici diversi, farà gioco di squadra su temi come l’uguaglianza, la famiglia, la parità salariale, l’accesso delle donne alle professioni. Le madri costituenti hanno un’età media di 41 anni e non avranno vita facile in parlamento. Sulle signore di Montecitorio si sviluppa una morbosa curiosità. Vestiti e acconciature delle elette catalizzano l’attenzione, i quotidiani e i settimanali sbagliano di frequente i nomi ma indugiano con precisione maniacale sulle ‘complicate acconciature’ e i ‘tailleur di shantung beige’. Della senatrice Luisa Balboni si dice che sa ‘sorridere con bonarietà’, a Teresa Noce vengono rivolti i peggiori insulti: ‘miss Racchia’ la definisce un giornale satirico. Se per gli uomini bellezza e bruttezza solo di rado sono prese in considerazione riferite a una donna diventano spesso categoria politica. Prende il via una stagione che diverrà ancora più florida nella seconda Repubblica. Da lì in poi sarà tutto un: lei è troppo bella per essere comunista, culona inchiavabile, è più bella che intelligente.

È il 2 giugno 2020 la faccia di Anna sorride ancora, fiduciosa, dalla prima pagina del Corriere, l’ultimo Global Gender Gap report piazza l’Italia al 76esimo posto, l’anno scorso eravamo al 70esimo.
È il 2 giugno 1946 Anna vota per la prima volta, da qualche mese ha conosciuto in redazione Franco Nasi, due giovani coetanei alle prime armi. Si sposeranno tre anni dopo; Franco Nasi lavorerà per il Corriere della Sera, per il Giorno, come inviato della Stampa e infine sarà vicedirettore della Domenica del Corriere. Anna lascerà il lavoro per dedicarsi interamente alla famiglia. Nessuno ha più saputo se il suo sorriso ha continuato a illuminare le stanze.

Linda Ronzoni
Direttrice Creativa Il Lazzaretto


Bibliografia
Filippo Maria Battaglia, Breve storia del maschilismo in politica da Togliatti a Grillo [Bollati Boringhieri, 2015]
World Economic Forum, Global Gender Gap Report 2020

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Questo articolo è stato scritto da Federico Basile

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